mercoledì 21 maggio 2014

4.3) Storia della chirurgia estetica

"Con uno dei primi interventi di chirurgia estetica in Turchia si era fatta rifare il naso
(Cap. 56, pag 334)




LE ORIGINI


La pratica della chirurgia estetica sarebbe nata in India al fine di ricostruire o riparare parzialmente determinate parti del corpo danneggiate a causa dell'usuale pratica della "mutilazione giudiziaria" (ossia l'amputazione di parti del corpo in seguito alla trasgressione di alcune leggi).
Il "Sushruta Samhita", documento del chirurgo indiano Sushruta, è da considerarsi il primo vero trattato di chirurgia estetica in cui si descrivono le procedure di cauterizzazione, estrazione, amputazione, suturazione. 


In Grecia, nel "Corpus Hippocraticum", Ippocrate fa riferimento a deformità e malformazioni del volto, citando tecniche ricostruttive derivanti proprio dall’ India. 
Nell’ antica Roma la chirurgia era applicata nei campi di battaglia e sui gladiatori.


Nel XI secolo l’arrivo degli Arabi nella penisola portò con sé anche l’arte e le tecniche mediche da loro praticate. In questa fase la pratica medica era affidata alla classe religiosa ma con l’editto del 1215 di Innocenzo III questa attività venne proibita perchè giudicata immorale.






GASPARE TAGLIACOZZI



Nel XVI secolo la pratica della chirurgica era nella mani di barbieri e mestieranti che operavano clandestinamente, affidandosi all’ esperienza più che ad una conoscenza scientifica.
Un punto di svolta importante per la medicina estetica si ebbe nel 1597, con la pubblicazione dell’opera "De curtorum chirurgia per insitionem", del medico Gaspare Tagliacozzi
Quest’opera è da considerarsi il primo trattato di chirurgia estetica occidentale. In esso il medico descrive attentamente la tecnica di ricostruzione nasale che prenderà il nome di "metodo italiano", suddividendola in più fasi. Essa traeva spunto proprio dalla tecnica utilizzata dalle famiglie italiane sopra citate ma implementata di numerosi migliorie procedurali tra cui l'utilizzo di strumenti specifici quali le fobici e le tenaglie.






L'INDIPENDENZA PROFESSIONALE

La Chirurgia estetica rinacque come arte professionale, solo dopo la Prima guerra mondiale in risposta alle emergenze scatenate dalle guerre di trincea, gravi dal punto di vista chirurgico e morale. 
Grazie allo sviluppo dell’anestesia, la chirurgia estetica trasse un notevole impulso e nel  1919 venne pubblicato dal Dott. Staige Davis il 
manuale di chirurgia plastica, Plastic Surgery.

Vilray Blair, chirurgo plastico di fama internazionale, fondò la Commissione americana di chirurgia plastica (Abps, American Board of Plastic Surgery). 
Tra il 1937 e il 1941 la chirurgia plastica fu riconosciuta come disciplina indipendente, i chirurghi plastici cominciarono a definire un programma standardizzato di istruzione e di formazione, attinente a numerosi campi correlati fra cui la chirurgia generale, toracica e orale, la dermatologia, l'otorinolaringoiatra, l'oftamologia e l'odontoiatria.



La storia della chirurgia secondo Focus

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